Non ci resta che respirare
Un anno fa eravamo in piena emergenza COVID. Un qualcosa che nemmeno nei pensieri più profondi avremmo potuto immaginare. Ad oggi ci ritroviamo con una primavera alle porte, ancora tanta incertezza e insicurezza addosso. Un mantello, quello dell’incertezza piuttosto pesante, che su alcuni di noi, lascia segni e lascerà strascichi, difficilmente ipotizzabili. Ma inutile parlare di questi argomenti.
Pensiamo a noi. Insieme cerchiamo di migliorarci per trovare alternative valide a corazzarci in modo naturale, duraturo ed efficace.
A noi, non ci resta che respirare… .
Ultima spiaggia? Troppo banale?
Assolutamente no!
Diaframma e d’intorni
Come già scritto nel post dedicato al diaframma, la nostra vita inizia e termina con un respiro. Il primo e l’ultimo atto che ci lega questa vita, è l’aria che entra ed esce dal nostro corpo in modo così troppo automatico. E guarda caso questo virus ci colpisce proprio in questo automatismo che molte volte dimentichiamo o sottovalutiamo. Come dice Umberto Pelizzari “possiamo stare senza cibo anche per un mese, senza bere una settimana, ma dobbiamo assolutamente respirare…” . Eh già, questo meccanismo così sopraffino e perfetto, lo diamo per scontato, mentre meriterebbe la nostra attenzione e il nostro riguardo ogni giorno.
Non ci resta che respirare
Vuole essere una mini guida, pratica, per migliorare la consapevolezza di uno dei gesti più trascurati del nostro corpo: la respirazione. Questo meccanismo, grazie all’azione principalmente del diaframma, ci consente di ossigenare ogni singola cellula del nostro corpo, produrre energia, tenere sveglio il cervello, alimentare organi, tessuti e tenerci in vita. Purtroppo, come già detto in diverse occasioni, l’azione del muscolo diaframma non risulta essere sempre così efficace, a causa della poca consapevolezza che abbiamo dell’atto respiratorio.
Respirare in modo corretto ed efficace, ci consente di avere sempre un tutor con noi che ci guida a seconda della situazione. Attraverso il respiro, posso trovare calma, tranquillità, serenità, concentrazione, attivazione. Una respirazione superficiale, con una frequenza alta e collocata nella parte alta del torace, stimola l’attivazione del sistema nervoso simpatico responsabile della reazione “combatti o fuggi” che si innesca nelle situazioni di stress e paura. Mentre una respirazione più profonda, controllata e diaframmatica, sollecita il sistema nervoso parasimpatico, responsabile della calma e del recupero.
Partiamo da zero
Quanti respiri fai?
Per vedere l’efficacia di un lavoro, c’è da considerare il punto da cui partiamo. La prima osservazione che puoi fare, è quante volte respiri in 60 secondi.
Trova una situazione tranquilla, davanti alla tivù oppure seduto comodamente su una sedia e conta quante respirazioni fai in 1 minuto. In questo modo il test è più attendibile, rispetto ad una situazione di calma assoluta e creata a doc, che porterebbe a falsare il risultato. Se il tuo ritmo è compreso tra i 12 e 16 atti respiratori, sei nella norma. Se ne hai meno e sei in salute, è un ottimo inizio. Se il tuo ritmo respiratorio è superiore a 16, attraverso un lavoro efficace puoi migliorare sicuramente il tuo risultato iniziale.
Per quanto riesci a trattenere il respiro?
Un secondo test che puoi eseguire è quello di trattenere il respiro al termine di un’espirazione normale. In questo modo, vedi il tempo necessario al tuo corpo(in particolare cervello e diaframma) per reagire alla mancanza d’aria. Vediamo come si esegue.
- Respira normalmente dal naso. Quando ti senti pronto, espira senza forzare e tappati il naso. Non espirare forzatamente
- Fai partire il cronometro e cerca di rimanere in apnea in modo rilassato e consapevole
- Quando cominci a sentire fastidio e disagio, libera il naso e ferma il cronometro. Riprendi a respirare dal naso in modo tranquillo. Se dopo aver liberato il naso hai necessità di fare un respiro profondo, significa che hai forzato troppo. Infatti questo test misura la capacità di rimanere rilassati trattenendo il respiro senza avvertire alcun fastidio.
Da 0 a 10 secondi è spesso legato ad un ritmo respiratorio alto (test precedente). Nessun problema c’è margine per migliorare attraverso un lavoro di consapevolezza respiratoria alla portata di tutti.
Da 10 a 20 secondi è già più che sufficiente e nettamente migliorabile, grazie alla capacità di rimanere concentrati sul focus.
Da 20 a 40 secondi è un ottimo inizio, indice di un corpo allenato, sano e con un buon controllo mentale ed emozionale.
Oltre i 40 secondi è un super risultato che mette in mostra una grandissima motivazione accompagnata da doti mentali davvero capaci di fare la differenza nelle situazioni di alto stress.
Operativi!
I due test proposti sono il punto di partenza per capire, se attraverso gli esercizi che ti proporremo, i miglioramenti si concretizzano o rimangono solamente parole. Molto spesso ci dimentichiamo di respirare in maniera corretta e questo implica complicazioni delle quali si farebbe a meno.
Attraverso questo percorso, ANNAEGIO ti guidano nell’acquisire maggiore consapevolezza di questo meccanismo vitale, capace di cambiarci davvero la prospettiva.
Quattro settimane per migliorarci e respirare in modo diverso, aprendo davvero la porta ad aria nuova.
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Kaizen!
I test sono tratti dal libro “il potere antistress del respiro” di Mike Maric